Ascolta il podcast
Guarda il video
Tra i viaggiatori stranieri che nell’Ottocento vennero a Firenze, ve ne fu uno con una storia molto particolare. Si tratta di Rajaram Chuttraputti, marajà di Koleppor, meglio noto come “l’indiano”. I fiorentini lo conoscono perché in fondo al Parco delle Cascine si trova il suo monumento funebre e poi un ponte (il ponte all’Indiano) che lo ricorda. Nel 1870 il marajà, che si era recato in visita a Londra, venne a Firenze su consiglio di Gladstone, primo ministro inglese; quando arrivò in città, tuttavia, Rajaram si era già ammalato e morì dopo pochi giorni nel lussuoso Hotel Royal de la Paix (oggi St Regis).
Ne parliamo con Paolo Ciampi, giornalista, scrittore e autore di un volume dedicato a Il marajà di Firenze. Il libro, che sarebbe difficile identificare con un genere preciso (mescola narrativa a biografia, ad autobiografia), ripercorre la ricerca che Ciampi ha fatto per arrivare a “conoscere” il marajà. La scoperta del diario gli ha permesso di “sentire la voce” di Rajaram; ma soprattutto sono notizie sparse, raccolte su internet o su giornali dell’epoca, che hanno portato l’autore a ripercorrere, di persona ma anche con il ricordo, i luoghi di Firenze legati all’India. E così il libro diventa anche un omaggio alla grande tolleranza di Firenze: una città che, al tramonto del suo quinquennio da capitale del Regno d’Italia, aveva permesso che fosse celebrato un rito indù (il corpo del defunto doveva essere bruciato alla confluenza di due fiumi e le sue ceneri disperse nell’acqua). La cerimonia, svolta di notte ma con molte persone, si tenne proprio in quel punto d’incontro fra Arno e Mugnone in cui, quattro anni dopo la morte del figlio, la madre del marajà avrebbe fatto costruire il monumento che oggi vediamo.
Ospite della puntata
Paolo Ciampi
Paolo Ciampi è giornalista, e scrittore fiorentino. E’ direttore di Toscana Notizie ed ha pubblicato quasi trenta libri libri che hanno ottenuto numerosi riconoscimenti. Dai suoi racconti sono stati tratti anche adattamenti teatrali e docufilm. “Viaggiatore lento e inquieto”, spesso le sue storie raccontano di avvenimenti e persone “che si nascondono nelle pieghe della storia” e che attraverso i suoi scritti diventano occasione di riflessione. Attivo nella promozione degli aspetti sociali della letteratura, tra le sue ultime pubblicazioni “il marajà di Firenze” che parla del principe indiano Rajaram Chuttraputti di Kolhapur cremato alla confluenza dell’Arno con il Mugnone, dove ora sorge il monumento a lui dedicato e il ponte all’Indiano.http://www.toscanalibri.it/it/shop/il-maragia-di-firenze_6699.html
Scrivi un commento