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Giorgio Bonsanti, Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure e dei Laboratori di Restauro di Firenze dal 1988 al 2000, ci racconta la storia di questo famoso dipinto che si trovava nel Museo Horne di Firenze, il museo nato dal lascito della ricca collezione d’arte dello studioso inglese Herbert Horne. Il Santo Stefano era infatti una parte di un polittico che oggi non possiamo più vedere. I singoli dipinti che lo componevano sono oggi sparsi in vari musei del mondo. La ricostruzione del complesso non è scontata perché lo stato di conservazione dei singoli elementi è completamente diverso e perché a lungo si è ritenuto che il fondo preparatorio fosse diverso da altre tavole. Il primo a studiarla fu Roberto Longhi negli anni ’30 del novecento e più recentemente è stata riproposta alla mostra “Giotto e compagni” a Parigi. Probabilmente si trovava nella Cappella Pulci Berardi di Santa Croce. A lungo si è pensato che il fondo della tavola fosse diverso dalle altre e questo ha rallentato le ricostruzioni storiche.
Ospite della puntata
Giorgio Bonsanti
Fiorentino, è stato Direttore della Galleria Estense a Modena, Direttore delle Cappelle Medicee, del Museo di San Marco, della Galleria dell’Accademia, dell’ufficio di Restauro. È stato Soprintendente dell’Opificio delle Pietre e Dure e Laboratori di Restauro di Firenze per molti anni e infine professore ordinario di Storia e tecnica del Restauro. Ha diretto restauri di opere importantissime come ad esempio il Tondo Doni di Michelangelo, è segretario generale dell’Accademia delle Arti e del Disegno.
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